Il Natale antico - Fra antropologia e letteratura

Le ascendenze pagane del Natale sono ben richiamate nel libro. Già Frazer, il padre dell’antropologia moderna, aveva riscontrato analogie con i culti mitraici, che circolavano anche in Occidente negli ultimi secoli dell’Impero romano. Nel libro di Franco Laterza è descritto molto bene il rapporto del Natale cristiano con la storia e il mito, con il culto degli alberi (l’albero di Natale) e le feste del fuoco presenti nelle civiltà del passato. È chiaro che Franco si riferisce al Natale “antico”, quello tradizionale, lontano dalle frenesie consumistiche che ne hanno travisato gli aspetti più genuini e caratteristici. Un Natale che si celebrava in famiglia, attorno al focolare, in vista del presepe, un’altra tradizione popolare che ricorre con insistenza nelle pagine del libro. Attorno al presepe si celebravano riti, si svolgevano cerimonie e processioni, si recitavano preghiere, si cantavano inni sacri composti per l’occasione. Si imbandivano le mense e si consumavano interminabili “cenoni”. Alla gastronomia natalizia Franco Laterza dedica pagine memorabili: il ricordo di queste leccornie ormai sparite dalla nostra tavola, e che vengono descritte con affettuosa puntualità, è un merito particolare del libro, che estende le ricerche su questo argomento ad altre regioni d’Italia. Poi c’è la letteratura del Natale. Anche qui un distinguo. Viene privilegiata la poesia popolare, in particolare quella in dialetto, una forma di linguaggio che va sparendo, sommersa dagli standard della lingua nazionale insegnata nelle scuole e diffusa dalla televisione, e dalle varie koiné e contaminazioni, compreso il linguaggio abbreviato dei cellulari. Ne è venuta fuori una eccezionale “antologia” poetica, non reperibile in altri contesti. È un ulteriore merito, incontestabile, del libro.

L'AUTORE
Francesco Laterza, laureato in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Bari e in Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma, già Dirigente Scolastico, è studioso e ricercatore. Ha curato e pubblicato libri di critica letteraria e saggi di demologia e antropologia. Tra i volumi di maggior rilievo, quello del 2010, dal titolo “Antichi giochi di strada: testimonianze di una civiltà scomparsa”, ha meritato la prefazione di Aurelio Rigoli, docente di Storia delle tradizioni popolari e Antropologia culturale all’Università di Palermo e una segnalazione speciale al “Premio Internazionale Giuseppe Pitrè”.