Scirocco - Un cielo senza stelle questa sera m'accompagna

“Solo per un minuto/ fingiamo di essere felici./ Tu portami un fiore/ io ti regalo il mare/ e poi ridiamo/ ridiamo come gli amanti che si ritrovano a sera”. Parte così Cinzia Santoro, e le partenze nei libri di poesia sono importanti. Le partenze dicono di chi scrive e cosa vuole dire. La poesia si sa è quello che sta oltre la mano dell’esistenza e che la mano non può afferrare. L’inesistente che sta alla massa oscura del cosmo e che in realtà muove l’universo. La nostra esistenza è dentro l’incomprensibile. Ma è l’incomprensibile che sostiene la nostra esistenza, immersa nell’abisso del mistero. Appunto. Siamo immersi nel mistero che ci muove. La poesia è prova di quel mistero. Cosa realissima. Ovviamente, pedaliamo sostenuti su quella massa ineffabile che ci sostiene. Boh! Si direbbe. Eppure quanto affanno. Quanta innocenza. Quanto dolcezza di volerci credere. (dalla prefazione di Giuseppe Goffredo)

L'AUTRICE
Cinzia Santoro, pugliese della Valle d’Itria, scrive per la Gazzetta dal Tacco, interessandosi di storie quotidiane di donne e uomini dei nostri tempi. Le sue passioni: i libri, i viaggi e i diritti fondamentali dell’uomo. È sostenitrice del modello di accoglienza “Riace” e di Mimmo Lucano, dei diritti dei palestinesi e delle donne. Dicono di lei: “ostinata, propositiva, resistente”. I suoi versi parlano di un universo intimo in cui i lettori possono ritrovarsi.