Il palio della Mezzaluna

Tutto era iniziato nel 1957. L'idea di una manifestazione in costume che commemorasse un pezzo di storia patria così come avveniva a Urbino, aveva frullato per anni nella mente di Orazio Torelli. Le bandiere, i drappi e i pennoni calati da terrazze e balconi, i figuranti con i loro costumi eleganti e dai vivaci colori, che sfilando attraverso strade e piazze del centro storico, nella cornice degli antichi palazzi, consentivano un meraviglioso salto nel tempo, affascinavano Orazio come sempre, e ogni volta si faceva più forte in lui l'idea di organizzare nella propria città una manifestazione simile a quella. "Il Palio della Mezzaluna" è un affresco della Massafra di fine anni '50, con il suo pullulare di cittadini impegnati nei mestieri più diversi, con i personaggi che hanno fatto la storia del nostro Paese e con nomi di pura fantasia (seppur perfettamente calati nell'ambientazione storico-cittadina), le ancestrali tradizioni e il diffondersi delle nuove tecnologie. Uno spaccato del nostro passato rivissuto attraverso l'ideazione, la preparazione e la realizzazione di una delle manifestazioni culturali più importanti e suggestive che abbia mai preso vita a Massafra: il Palio della Mezzaluna appunto. Ogni angolo della cittadina è rivisitato attraverso gli occhi dei protagonisti e del narratore quindi, il quale scruta i monumenti, si inoltra nella viuzze del centro storico, resta incantato davanti alla bellezza della gravina, suggestionato dalla vista notturna del Castello con, all'orizzonte, le lampare dei pescatori: quegli stessi paesaggi che saranno fonte di ispirazione per la grande festa. La preparazione agonistica degli atleti, l'impegno di ogni singolo cittadino, che mette a disposizione le proprie capacità per contribuire alla realizzazione di ogni tassello che andrà a comporre il quadro del magnifico spettacolo, sono rivissuti con minuzioso realismo e ogni descrizione tende a ricreare l'attesa per il giorno della manifestazione: La grande festa era cominciata. A parte la banda, i tamburi, gli sbandieratori, la mostra di pittura, si entrava nel vivo della manifestazione quando l'araldo andava in giro per il paese ad annunciare l'imminenza della rievocazione storica del fatto d'armi risalente a quel settembre del 1594. Preceduto da un tamburino in costume e scortato da cinque armigeri, uno per ogni rione, il giovanotto, elegantemente vestito con abiti rinascimentali, in groppa ad un cavallo coperto da una gualdrappa variopinta, leggeva da una pergamena il bando del palio. Al lettore  sembrerà di essere immerso nella folla cittadina, di ammirare la città addobbata a festa, di tifare per il proprio rione, di soffrire con l'atleta e tutto quanto il popolo delle cinque contrade festeggiava per la straordinaria riuscita della quarta edizione della grande festa.

L'AUTORE
Antonio Pagliara è nato il 2 settembre 1950 a Rocca Imperiale (Cs), ma è vissuto sempre a  Massafra (Ta).  Autore di dieci lavori teatrali scritti tra il 1970 e il 2020, prese spunto da uno di essi, "Il matto assurdo", per scrivere "Salvate il fiume!, pubblicato per  la prima volta nel 1983 e risultato vincitore del premio internazionale  di letteratura Città di Aldelfia (BA). Laureato in lettere presso l'Università di Bari e specializzato in consulenza psico-sociale a indirizzo analitico-transazionale, ha scritto il volumetto "La balbuzie, come superarla", ed il romanzo "La terra del sole e del vento".